Un progetto di Leonardo
Mureddu
Per coloro che amano
l’ascolto di stazioni lontane e misteriose, le bande delle Onde
Corte offrono senza dubbio una serie infinita di emozioni.
Infatti i fenomeni della propagazione privilegiano proprio
queste bande di frequenza, comprese tra i 5 e i 20MHz (con
lunghezza d’onda compresa tra i 20 e i 60 metri),
trasportandole a distanze intercontinentali grazie ad una serie
di riflessioni che avvengono tra il suolo e la parte alta
dell’atmosfera (ionosfera). Può quindi capitare di ricevere
distintamente in Italia, magari solo per pochi minuti,
trasmissioni provenienti dall’Australia, dalla Cina o
dall’America. Le trasmissioni ad onde corte non vennero
introdotte subito nella storia della radio, anzi per tutti gli
anni ’20 le grandi compagnie continuarono a scommettere sulle
onde lunghe per le trasmissioni intercontinentali, e sulle onde
medie per le trasmissioni a diffusione locale. Fu solo negli
anni ’30, con lo sviluppo delle grandi reti di comunicazione a
scala planetaria che le onde corte furono scelte come
veicolo privilegiato per le trasmissioni tra la
madrepatria e le colonie o l’esercito in guerra, e per le
comunicazioni tra nazioni alleate. I migliori ricevitori radio
erano quindi dotati di numerose gamme d’onda in grado di
sintonizzare e ricevere trasmissioni da tutto il mondo. Al
giorno d’oggi le frequenze delle onde corte, sebbene ormai
quasi del tutto dimenticate e spesso assenti nei sintonizzatori
domestici, sono ancora molto frequentate e ricche di programmi
in tutte le lingue.
La costruzione di un ricevitore
a cristallo per le onde corte è un’impresa tutto sommato
abbastanza facile e può dare grandi soddisfazioni, specie a chi
si diletta nei cosiddetti “DX”, ossia l’ascolto di
trasmissioni provenienti da grandi distanze.
Schema di principio
Il progetto che presento qui è
molto semplice e non ha grandi pretese, ma può servire come
base di partenza per la sperimentazione di apparecchi più
complicati ed efficienti. La tecnica usata è un po’ diversa
da quella usata per le onde medie, perché le frequenze più
elevate richiedono alcuni accorgimenti costruttivi per
minimizzare le perdite. Lo schema è molto simile a quello di
qualunque ricevitore per onde medie. Ciò che cambia è
l’induttanza della bobina e la tecnica costruttiva. Il
ricevitore è costituito da un trasformatore d’ingresso con
secondario accordato e presa intermedia per il rivelatore. Con i
valori indicati (6 microhenry
per l’induttanza e 250 pF per il condensatore variabile) si
copre quasi tutta la gamma delle onde corte, da 5 a 15 MHz.
Note
costruttive
Per ottenere risultati
soddisfacenti occorre attenersi a poche regole, tra cui la più
importante è quella di realizzare un montaggio compatto
utilizzando filo rigido grosso per i collegamenti tra i vari
componenti. Nel prototipo mostrato qua sopra è stato usato del
filo di rame smaltato da 1mm di diametro per realizzare sia le
bobine che i collegamenti. Il rame smaltato è da preferire al
rame nudo o a quello stagnato, per via dell’effetto pelle.
Infatti lo smalto preserva dall’ossido la superficie del filo
su cui avviene la conduzione. Per lo stesso motivo non è
consigliabile l’uso di filo rigido isolato in PVC. E’ bene
realizzare il montaggio su una basetta isolante, in modo da
ridurre le perdite per effetto di prossimità. L’uso di un
condensatore variabile ad aria è fortemente consigliabile, ma
si possono ottenere risultati accettabili anche con un
condensatore miniatura con dielettrico in poliestere (per radio
a transistor). Sono da evitare assolutamente i vecchi
condensatori con dielettrico solido (bakelite o altro), perché
presentano troppe perdite alle alte frequenze. La bobina di
sintonia è realizzata con 14 spire di filo da 1mm su un buon
supporto da 4cm di diametro; le spire sono distanziate in modo
da avere una lunghezza totale di circa 3cm. La presa per il
rivelatore è realizzata alla quinta spira. La bobina
d’antenna, avvolta sullo stesso supporto, è costituita da 6
spire dello stesso filo, anche queste leggermente distanziate.
Sarà bene dotare il condensatore variabile di una manopola
piuttosto grossa, dal momento che in onde corte la sintonia è
sempre alquanto critica.
Collaudo
Collegata l’antenna (la
stessa usata per le onde medie) e la terra,
ruotate lentamente la manopola di sintonia: dovrebbe
essere possibile captare con chiarezza alcune stazioni in varie
lingue. La selettività dovrebbe essere sufficiente a separare
trasmissioni vicine in frequenza. Noterete che qualunque
stazione ricevuta è soggetta ad un affievolimento progressivo,
fino a scomparire del tutto per poi riapparire o venire
sostituita da un’altra stazione. Questo fenomeno si chiama
“evanescenza” (in inglese “fading”), è tipico delle
onde corte ed è dovuto alla propagazione delle onde
ionosferiche, che sono soggette a fenomeni di interferenza.
Invito gli appassionati a
proporre modifiche e miglioramenti, che accoglierò molto
volentieri in queste pagine.
L.M. |