Radio a cristallo - Le Radio di Sophie - Crystal sets

Antenne a quadro

Di Luciano Loria

L’antenna dei vecchi radio-ricevitori era un elemento molto importante: da questa dipendeva, per un buon 50% e forse anche più, la possibilità di ricevere più stazioni trasmittenti e, possibilmente, con una certa intelligibilità. Oggi, che le potenze dei trasmettitori sono elevate ed i ripetitori numerosi e dislocati nei punti più strategici, gli apparecchi radio sono alquanto sensibili e sofisticati che basta un piccolo spezzone di filo conduttore per ricevere, praticamente, da tutto il mondo.

Negli anni passati, o meglio diversi decenni fa, un buon sistema d’antenna era indispensabile per poter ricevere sia la stazione locale, sia le stazioni radio che trasmettevano da diverse centinaia di Km di distanza. L’antenna filare, costituita da un lungo filo di rame o di bronzo fosforoso, stesa a qualche metro dal suolo o meglio, sopra il tetto dell’abitazione, isolata dai sostegni con due isolatori in ceramica od in vetro, era la soluzione migliore, la più economica e vantaggiosa, dal punto di vista del rendimento. Più era lunga e sollevata dal suolo e più si riusciva a captare stazioni lontane ed esotiche. Naturalmente era anche necessario avere una buona presa di terra, altrimenti era completamente inutile avere una lunga antenna filare.

Quindi, chi poteva permettersi tutto ciò, con un buon ricevitore, ascoltava tutti i programmi che voleva; tutto ciò presumeva la disponibilità di ampi spazi, cortili, giardini o tetti da non dover condividere con alcuno. O si abitava in campagna o bisognava possedere una villa o, quanto meno, una casa singola. 

E chi abitava in città, in un condominio, al terzo o al quarto piano? Si arrangiava stendendo un filo, proprio come quello per stendere i panni, fuori tra due finestre, per il collegamento a terra si collegava al tubo dell’acqua o del termosifone o del gas, dato che le tubazioni erano in genere tutte di ferro ed interrate. Magari, non potendo fare altro, si stendeva un filo sul soffitto della stanza, e chissà quante altre diavolerie l’italico ingegno non avrà saputo cosa altro inventarsi…

Molte volte non c’erano neanche queste possibilità e così prese piede l’antenna a telaio: relativamente piccola, interna, spostabile e senza la necessità del collegamento di terra. Naturalmente la resa non era paragonabile a quella di un’antenna filare di 25 metri provvista di ottima  terra, ma, intanto, bisognava accontentarsi e,comunque, le potenze di trasmissione aumentavano di giorno in giorno. La fantasia, nella realizzazione di tali apparecchi, si sbizzarrì notevolmente, sia nella ricerca di miglior efficienza, sia nell’estetica: alcune erano camuffate all’interno della cornice di un “quadro” o dietro la tela stessa, altre venivano appese al soffitto o poggiate direttamente sul mobile della radio od in sua vicinanza. 

Le due immagini qua sotto sono aggiunte dalla redazione: a sinistra quadretto francese sintonizzato (propr. L. Mureddu), a destra quadretto pubblicitario da muro (propr. F. Messina). Entrambi sono del dopoguerra. Fare clic sulle immagini per ingrandirle. 

In tutti i casi l’antenna a telaio o a quadro era di due tipi: a solenoide e a spirale; in pratica, attorno ad un telaio, formato da due assi in legno disposti a croce, si avvolgevano numerose spire di filo di rame, distanziate di almeno 1 cm l’una dall’altra e disposte  a solenoide o a spirale; i due capi di tale avvolgimento andavano connessi uno alla presa d’antenna e l’altro alla presa di terra. Era anche necessario orientare il quadro perpendicolarmente alle onde radio che si volevano captare, cioè l’antenna era direttiva e permetteva di escludere la ricezione di stazioni radio che, in qualche modo disturbavano l’audizione, quindi la rendeva anche selettiva.

Fatta questa premessa, vediamo come realizzare, con qualche pezzo di legno e qualche decina di metri di filo conduttore, le antenne a quadro “d’epoca”. Nella  Fig. 1 che segue sono disegnate le antenne con le misure consigliate nel libro” Come si costruiscono i radio-ricevitori” del Ravalico, edizione 1926. In pratica, si tratta di costruire, in entrambi i casi, due croci di legno aventi 50 cm di diagonale, l’asse verticale andrà prolungata per funzionare come piede della struttura; la croce andrà rinforzata, al centro, con un quadrato in legno o in compensato.

Fig.1

Sia per l’una che per l’altra antenna avvolgere 12 spire distanziandole di circa 1 cm l’una dall’altra, il filo da usare può essere, indifferentemente, sia rame smaltato che filo trecciola; nelle antenne visibili nelle fotografie seguenti è stata usata la trecciola isolata da 0,25 mm quadrati. Per la spirale occorrono circa 13 metri di filo, per il solenoide ne occorrono 17, l’inizio e la fine dell’avvolgimento terminano su due viti d’ottone 3 MA, da cui partono due conduttori isolati provvisti di bananine 4mm per il collegamento alle boccole d’antenna e di terra della radio. E’, anche, opportuno prevedere un sistema di rotazione del telaio, per rendere agevole l’orientamento verso la stazione trasmittente voluta.

Le foto, a corredo di queste righe, vogliono solo servire da spunto e d’ausilio per chi voglia cimentarsi nella costruzione di un’antenna a quadro, funzionale innanzi tutto e, perché no, anche bella da vedersi e da esporre, senza sfigurare, accanto a qualche pezzo pregiato della collezione.

Per l’antenna a spirale è sufficiente utilizzare un listello a sezione quadrata di 1 cm di lato, le due diagonali si incastrano, l’una con l’altra, asportando, al centro, una porzione di legno da 1x0,5 cm (incastro a mezzo legno); utilizzare un legno fitto e duro ( faggio, ramino). Praticare 12 fori da 2mm di diametro, distanti 1 cm l’uno dall’altro, alle quattro estremità delle diagonali, per far passare il filo; sul montante verticale, ad inizio e fine avvolgimento, praticare due fori diametro 3 mm per il passaggio dei bulloncini d’ottone di collegamento. Al centro incollare, fronte e retro, due quadrati, in legno o compensato, di rinforzo.

Su un cilindro di legno ramino da 3 cm di diametro è infisso il montante verticale; il cilindro è libero di ruotare all’interno della base piramidale costituita da 5 quadrati di legno da 2 cm di spessore, forati al centro ed incollati, l’uno sull’altro, dal più grande al più piccolo. Infine verniciare e decorare secondo fantasia e gusti personali.

L’antenna a solenoide è realizzata, invece, con un listello di mogano a sezione rettangolare da 1x2 cm, la croce al centro è sempre unita con incastro a mezzo legno e rinforzata da due quadrati; anche i quattro listelli disposti ai vertici della croce sono uniti alle diagonali mediante incastro a mezzo legno, rinforzati ,ognuno, da due triangolini di mogano per parte. Su ciascuno di questi  listelli, al loro esterno, effettuare 12 incisioni, distanti ognuna 1 cm, per tenere in posizione le spire dell’avvolgimento; su quello inferiore praticare anche, alle estremità, i fori da 3 mm di diametro per il passaggio dei bulloncini di collegamento dell’inizio e fine avvolgimento.

La base è costituita da due quadrati, forati al centro e montati,uno sull’altro, distanziandoli tramite quattro colonnine, sempre di mogano, disposte ai vertici; nel tubo d’alluminio, messo al centro, ruota liberamente l’estremità inferiore del listello verticale. Il telaio di mogano si tratta semplicemente con cera d’api o olio paglierino prima ancora di procedere all’avvolgimento. Anche qui il filo usato, visibile nella foto, è la trecciola da 0,25 mm quadrati di sezione.

(Vedi anche il progetto "Ricevitore con antenna a quadro", nelle pagine della Radio a Cristallo - ndr)

luciano.loria@gmail.com

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