Tecnica - Le Radio di Sophie - Technics Antenne a telaio ecc.
Ricezione con antenna a telaio Tutti abbiamo avuto una delusione quando abbiamo provato a connettere una di quelle antenne d’epoca a telaio ad una radio domestica posteriore agli anni ’30. Il fatto è che, se la facciamo risuonare con un condensatore variabile, l’impedenza di ingresso del ricevitore la smorza completamente, annullandone l’uscita. Inversamente se usiamo un collegamento aperiodico, la reattanza induttiva dei normali telai è troppo elevata.
Soluzione
Se la
radio in questione è molto sensibile, conviene
costruire un quadro da Meglio, ma più complesso, è far risuonare il telaio classico con un variabile ed aggiungerci 2-4 spire aperiodiche, da collegare all’ingresso tra massa ed antenna. La terra esterna normalmente non è necessaria, ma talvolta può essere utile. Il telaio può essere collocato anche ad una certa distanza dall’apparecchio.
Più
semplice
Ma la soluzione che ritengo più semplice
ed efficace è costruirsi un’antenna a telaio
quadrato da Il segnale diviene molto intenso e conviene orientare il tutto nella direzione del minimo rumore.
Prestazioni
Ai
nostri ricevitori interessa la tensione del
segnale. Questa è data dal segnale presente
intorno all’antenna, in Volt, moltiplicato per
l’altezza effettiva heff dell’antenna. Per uno
stilo heff è data dall’altezza diviso 2. Per
un’antenna ad L rovesciata vale
heff = altezza (la lunghezza non
c’entra). Per un’antenna a telaio è vale quella
delle formule qui sotto Per ottenere un buon Q è
importante il tipo di filo e la giusta distanza
tra le spire. Ideale sarebbe il filo di Litz
660x0,05, reperibile in internet, anche se
piuttosto costoso. Un’antenna a telaio di 40cm
x40, 14 spire e 400 di Q, ha un heff di quasi
Antenne
estese Molti hanno provato cocente delusione quando hanno provato a realizzare antenne lunghissime. Queste se non sono fatte come si deve sono inservibili. La antenna di Beverage, ideale per l’ascolto in onde medie, lunga diverse lunghezze d’onda, se pur bassa, è irrealizzabile con l’orografia del nostro Paese. Contentiamoci di un’antenna alta, non estesa, ma ben fatta.
Per la
galena
L’apparecchio a galena, a differenza
delle normali radio, utilizza la potenza data
dall’antenna. Questa è
la tensione del segnale Vquadro/4R,
ovvero importantissima è la resistenza di
perdita che principalmente è dovuta al terreno e
che prevale sulla resistenza di radiazione. La
soluzione, per chi ha spazio, può essere
un’antenna filare con un contrappeso fatto con
due fili distanti 2- Spero che queste mie note rispondano alle numerose domande che mi sono state poste sull’argomento. Carlo Bramanti, febbraio 2012
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