Storia - Le Radio di Sophie - History Lo ordiniamo da Radiospares Nel 1937 due giovani imprenditori britannici dettero vita al primo catalogo europeo per corrispondenza di parti per radio. Negli anni '70 del secolo scorso studiavo Fisica e frequentavo i laboratori di elettronica dell'università. Ogni tanto arrivava un pacco di parti elettroniche, transistor, circuiti integrati, tubi elettronici speciali, componenti per microonde. "È arrivato il materiale di radiospares", si diceva, pronunciando la parola proprio come si scrive. Era una specie di ultima risorsa. Quando un componente non si trovava nei comuni negozi di ricambi, si consultava il catalogo per corrispondenza e si faceva l'ordine. Si trattava allora di un ordine internazionale, dato che RadioSpares era una ditta inglese e il web ancora non esisteva. Occorrevano fatture pro-forma e aperture di credito in valuta tramite le banche, roba che solo gli abili amministratori del Dipartimento sapevano fare, e quindi, prima di emettere l'ordine si cercava di ottimizzare l'operazione, includendo quanto più materiale possibile. Qualcuno si incaricava di raccogliere le richieste dei vari laboratori girando col voluminoso catalogo e segnando sigle e quantità. Dopodiché si passava il tutto in Amministrazione e si aspettava. È così che ho conosciuto quello che ancora oggi è il più grande mercato europeo di ricambi per l'elettronica e l'industria. La storia di Radiospares (oggi RS) parte da una piccola ditta londinese fondata nel 1937 con lo scopo di rifornire i radioriparatori di parti di ricambio. Il motto era: spediamo la merce nello stesso giorno in cui riceviamo l'ordine. L'immagine dell'omino che corre impressa in tutte le scatole divenne presto familiare. L'efficienza del servizio postale britannico faceva il resto. Fa pensare ai sistemi commerciali online dei nostri giorni, ma allora si lavorava solo con la posta, e con cataloghi cartacei che venivano spediti gratuitamente a ciascun cliente dopo il primo acquisto. Da noi in Italia anche il famoso Postal Market funzionava così, sebbene non fosse aiutato dal servizio postale, notoriamente e cronicamente meno efficiente di quello anglosassone. In America lo stesso ruolo era affidato a Radio Shack, un altro catalogo per corrispondenza diventato leggendario grazie ai kit e alle offerte speciali (i cosiddetti value pack a pochi dollari). Anche da quel catalogo facemmo degli acquisti, ma spesso la dogana rallentava e aggiungeva tasse, per cui non sempre si riusciva ad avere la convenienza aspettata. In seguito Radiospares divenne una multinazionale con sede anche in Italia e prese il nome di RS-Components. Il catalogo era sempre cartaceo ma gli acquisti erano facilitati e permettevano anche il pagamento in contrassegno da parte di privati. Le consegne erano affidate a corrieri postali rapidissimi. Negli anni ho trovato quel catalogo puntuale sulla mia scrivania, ogni anno più grosso, fino a diventare di due volumi rossi con migliaia di pagine sottilissime, tanto che ci voleva bravura ed esperienza per riuscire a consultarlo senza perdersi. Verso la fine degli anni '90 fu accompagnato da un cd-rom. Credo che anche quello sia un primato. Poi, ovviamente, tutto passò sul web e da allora i grossi cataloghi sono spariti dalle scrivanie. Al contrario, la disponibilità di componenti "introvabili" si è mantenuta a un ottimo livello. Recentemente mi sono trovato alle prese con una macchinetta per il caffè espresso che non si accendeva più. Il guasto, semplice da diagnosticare, era un piccolissimo trasformatore montato sulla scheda di controllo. Sul catalogo RS l'ho trovato identico, ordinato per pochi euro, e in meno di una settimana mi è arrivato dalla Germania. La macchinetta era salva, e forse anche l'ambiente ringrazia per non dover assorbire un nuovo rottame da smaltire. Come diceva quella canzone di Battisti: "molto meglio che buttare, riparare". e questa vecchia multinazionale ci dà una mano. A proposito, ho visto che tengono in catalogo ancora delle valvole elettroniche, ovviamente solo per applicazioni audio, e dei circuiti integrati attualmente fuori produzione, come il piccolo amplificatore LM386 che usavo per il microtrasmettitore AM. Per concludere: anche se potrebbe sembrare, non sono pagato per fare pubblicità. È solo una chiacchierata tra amici, davanti alla macchinetta del caffè. (L.M.)
|