Progetti dei lettori - Le Radio di Sophie - Readers' projects
Radio a tre valvole a circuiti accordatidi Luciano Loria
Introduzione
Negli anni successivi all’invenzione della radio, dopo i ricevitori a cristallo e quelli a reazione, furono ideati altri sistemi per migliorare la selettività e la qualità di riproduzione; la radio a circuiti accordati fu il passo successivo, ricordiamo che la tecnica radio, nata nei primi anni del secolo scorso, era orientata alla ricerca di una soluzione, ottimale, che risolvesse i numerosi problemi legati alla qualità di riproduzione, alla selettività e alla sensibilità dei radio-ricevitori; non dimentichiamo anche che, perché il ricevitore radio diventasse popolare e diffuso massicciamente, bisognava semplificarne l’uso ed abbatterne i costi di produzione.
Nel
cammino verso l’obiettivo finale, costituito dall’invenzione della
supereterodina, che assommava tutte le caratteristiche sopra elencate,
un ulteriore passo avanti si fece con la radio a circuiti accordati; si
trattava ancora di un apparecchio complicato da usare, quindi non
destinato alle masse, pur tuttavia servì a capire che la strada da
intraprendere era quella dei circuiti accordati (anche se, ancora, non
si era arrivati alla geniale intuizione della conversione di frequenza). Il sistema adottato prevedeva una serie di circuiti LC accordati, normalmente in numero di tre e tutti sintonizzati sulla frequenza dell’emittente che si voleva ricevere; vi erano, quindi, tre bobine e tre condensatori variabili, tutti da “accordare” sulla medesima frequenza (da qui il termine circuiti accordati). La frequenza, sintonizzata da ogni circuito LC, era amplificata da un triodo o da un pentodo per RF e solo tramite la terza valvola avveniva la rivelazione del segnale; tale segnale era poi amplificato in B.F. da una o due valvole, per poterlo udire in altoparlante.
Inizialmente,
per sintonizzare con precisione una stazione, occorreva regolare tre CV,
oltre a dover regolare i potenziometri disposti sull’alimentazione dei
filamenti ed il potenziometro del volume e, se presente, anche quello
dei toni; l’operazione poteva richiedere diversi minuti e tanta, tanta
pazienza. Schema elettrico
Il
circuito proposto nello schema seguente, essenzialmente didattico ma
perfettamente funzionante, fa uso di due soli circuiti accordati con un
doppio CV, le cui sezioni sono di capacità identica e provviste di
compensatori, e due trasformatori di AF; il segnale captato
dall’antenna percorre L1 inducendo una tensione a RF su L2, la prima
sezione del CV sintonizza l’emittente; alla prima amplificazione
provvede il pentodo a RF 6K7, il segnale disponibile sull’anodo è
trasferito sulla bobina L3 e da questa, induttivamente, su L4 con, in
parallelo, la seconda sezione del CV.
Il segnale è applicato sulla griglia del secondo pentodo per BF
6J7ed ulteriormente amplificato e rivelato per caratteristica di
placca, ottenuta con l’applicazione di una notevole tensione
negativa di griglia, dovuta alla resistenza catodica di 22 Kohm, ciò
determina l’amplificazione delle sole semi-onde positive del segnale
AF; in questo caso è da preferire la rivelazione di placca, al posto
della rivelazione di griglia usata nei ricevitori a reazione, data
l’alta amplificazione già ricevuta dal segnale dalla prima valvola
6K7.
Il
segnale, amplificato e rivelato, disponibile sulla placca della 6J7, è
inviato, tramite il condensatore da 10 nF,
alla griglia del tetrodo
a
fascio 6V6, amplificatore finale, il cui anodo è connesso col
trasformatore d’uscita; si noti la mancanza del regolatore di volume,
in effetti, questa funzione è svolta dal potenziometro da 100 Kohm
disposto tra la bobina L1 ed il catodo del primo pentodo; in pratica,
agendo sul suo cursore, si modifica l’amplificazione della prima
valvola, poiché non tutte le stazioni emittenti sono captate con la
medesima intensità, occorre adeguare, per ognuna, il volume.
Occorre precisare che, poiché i due trasformatori di AF non sono
schermati, ed è preferibile disporli abbastanza vicini l’uno
all’altro (vedere foto), il ricevitore è leggermente “reazionato”;
infatti, per l’accoppiamento induttivo che si viene a creare fra le
bobine, L3 si comporta esattamente come un avvolgimento di reazione (a
tale proposito confrontare lo schema con quello della
Radio
a reazione già presentata su questo sito).
Realizzazione pratica
La
scelta delle valvole da usare non è stata semplice, certamente 40 o 50
anni fa non ci sarebbero stati i problemi odierni, peraltro, i tubi
usati in questa realizzazione sono ancora disponibili presso i pochi
rivenditori nazionali che ancora trattano questo genere, la scelta è
caduta su quelli con un prezzo economicamente accettabile; sulla pagina
dei link sono segnalati alcuni siti che possono fornire valvole e
zoccoli appositi.
Sicuramente,
al posto delle octal, si possono usare le più “recenti" noval
senza apportare alcuna variazione al circuito; però, le octal, adottate
in questa realizzazione, conservano un fascino unico e sono anche molto
belle da vedersi, soprattutto in un montaggio a vista, per via della
griglia controllo posta sulla sommità del bulbo.
Gli
unici pezzi da costruire “ex novo” sono i due trasformatori
AF; occorrono due tubetti isolanti diametro 30 mm (cartone, legno, PVC,
polistirolo, ecc.); leggere l’articolo
Costruzione
dei trasformatori AF, dove sono riportati tutti i dati
necessari per la realizzazione delle bobine.
Per
conoscere quale valore d’induttanza devono avere le due bobine L2 e
L4, per potersi accordare con le due sezioni del CV sulla gamma delle
onde medie, basta seguire quanto descritto nell’articolo
Calcolo
dei circuiti oscillanti LC; nell’esempio riportato, per la
spiegazione delle varie formule, è spiegato il procedimento per
determinare proprio il valore d’induttanza richiesto per questa
realizzazione (238 microH).
Per
la costruzione occorre uno chassis di metallo, l’alluminio è
certamente consigliabile, in questo caso si tratta di un contenitore
d’alluminio per montaggi elettronici, privato della copertura, si è
utilizzato il solo fondo capovolto, opportunamente forato e sagomato per
accogliere i vari pezzi; per rendere compatto il tutto anche il
trasformatore d’uscita e l’altoparlante saranno montati sul telaio.
Così,
la radio è molto maneggevole, si può capovolgere e poggiare sui lati
senza alcun pericolo; sono possibili tutte le misure di tensione sui
vari piedini delle valvole, sono agevoli tutti gli interventi di
controllo, riparazione, saldatura, sostituzione di componenti ed è
possibile effettuare qualsiasi intervento.
Nella
illustrazione successiva si notino
la disposizioni dei componenti ed i loro collegamenti.
Il doppio condensatore variabile utilizzato è provvisti di quattro sezioni: 350 + 350 pF e 30 + 30 pF, solo le due sezioni di maggior capacità sono utilizzate; poiché sprovvisto di compensatori, questi sono stati aggiunti (4-20 pF).
CV
e compensatori sono inseriti in una piastrina ramata, appositamente
incisa, le quattro viti agli angoli garantiscono un buon contatto di
massa col telaio.
Per
l’alimentazione della radio sono state previste le solite tre boccole,
nera, verde e rossa , sul retro dello chassis, che corrispondono
rispettivamente a : massa comune, 6,3 Vca per i filamenti, 150 Vcc per
l’anodica; la sola tensione anodica può variare tranquillamente da
circa 90 a 250 Vcc. Su questo stesso sito, a proposito di alimentatori idonei per la Radio a Circuiti Accordati, si trovano alcune soluzioni: il kit di Nuova Elettronica (utilizzato per la Radio a Reazione e per l’Oscillatore Modulato fatto in casa) oppure l’Alimentatore Variabile per circuiti a valvole. In questo caso, visto l’assorbimento elevato di corrente (soprattutto da parte dei filamenti) è da escludere l’alimentazione con le pile. Le altre due boccole, gialla e nera, sono per il necessario collegamento all’antenna ed alla terra; sull’utilità e sulla indispensabilità di una buona antenna e di una buona terra si rimanda a quanto già evidenziato sul sito.
VISTA
INTERNO CHASSIS
Taratura
L’unica
operazione di taratura consiste nel regolare i due compensatori per
annullare le eventuali differenze di capacità fra le due sezioni del CV;
chi possiede un generatore di segnali AF (oscillatore modulato) dovrà
regolarne l’uscita sui 1400 – 1500 KHz ed inviare, il segnale
modulato, sulle boccole Antenna e Terra del ricevitore; occorre anche
collegare il tester, disposto per misure d’uscita (output), fra placca
della 6V6 e massa.
Ruotando
la manopola di sintonia, in modo da aprire quasi completamente le lamine
del CV, sintonizzare al meglio il segnale generato dall’oscillatore
modulato, controllando il quadrante del tester ruotare prima l’una,
poi l’altra vite dei compensatori, per ottenere la massima deviazione
della lancetta, cui corrisponde anche la massima intensità del suono.
A
questo punto la radio è pronta per funzionare, sul prototipo che si
vede nelle fotografie, si riescono
a sintonizzare perfettamente le tre stazioni RAI; nelle ore
serali, data la maggior propagazione delle onde radio, è possibile
l’ascolto di qualche stazione straniera.
Chi
non disponesse di idonea strumentazione può, comunque, tarare i
compensatori “ad orecchio”; basta cercare la stazione RAI che
trasmette alla frequenza maggiore, una volta sintonizzata ruotare le
viti dei compensatori (come sopra) per ottenere la massima intensità
del suono.
Modifiche
Non
esistendo comando di tono, eventualmente, per avere suoni meno
stridenti, variare la capacità del condensatore posto fra la placca
della valvola finale e la massa, da 1000 a 4700 pF, nel prototipo
presentato tale valore è di 3300 pF.
Sperimentare quale valore debba avere il resistore di catodo
della prima valvola (6K7), da 220 ohm
a 10 Kohm circa, per ottenere la massima variazione del volume,
tramite il potenziometro da 100 Kohm, senza far innescare il
caratteristico fischio dovuto alla reazione;
non si possono dare dei valori certi, i risultati dipendono dalla
distanza fra i due trasformatori AF e dal segnale, più o meno potente,
ricevuto.
Se
possibile, provare diversi “trasformatori d’uscita” per
trovare il miglior adattamento con l’altoparlante che si
desidera utilizzare.
VISTA
POSTERIORE CHASSIS
Mobile
Volendo,
si può racchiudere la radio in un mobile appositamente costruito su
misura: vedere le fotografie; ciò non è strettamente necessario, anzi
dovendo fare prove ed esperimenti è bene lasciare tutto all’aria;
comunque, per chi volesse “vestire” l’apparecchio ecco
alcune note di dettaglio.
Il
mobile è realizzato con del faggio evaporato di 10 mm di spessore, il
fondale è di compensato finlandese di 2 mm di spessore, il pannello
anteriore è ricavato da un pannello di materiale melamminico di 2 mm di
spessore.
MOBILE
VISTA POSTERIORE
PANNELLO
ANTERIORE
MOBILE
VISTA ANTERIORE
Per chi fosse interessato alla costruzione e desiderasse: informazioni circa il reperimento dei materiali, ulteriori consigli, chiarimenti od altre notizie, può inviare un’e-mail all’autore.
********
|