Radio a cristallo e dintorni - Le Radio di Sophie - Crystal sets

Bobina a fondo di paniere

Un progetto di Luciano Loria

  Premessa: 

le classiche bobine cilindriche (le più facili a realizzarsi in poco tempo) hanno un difetto (che può essere un pregio in certe occasioni) e cioè presentano una discreta capacità distribuita tra le spire. Personalmente, ho sperimentato che con una bobina cilindrica di circa 80 spire sono riuscito ad ascoltare perfettamente la stazione locale senza aver bisogno di montare, sulla mia radio a cristallo, alcun condensatore variabile, poiché la capacità distribuita della bobina era sufficiente per sintonizzarsi sulla frequenza di trasmissione. Questo è, evidentemente, un caso in cui il difetto si rivela, invece, un pregio; naturalmente c’è da considerare che la stazione locale della mia zona trasmette ad una frequenza all’incirca al centro gamma O.M.: oltre 1000 KHz, perciò occorre una minima capacità di sintonia. Quando, invece, la capacità distribuita arreca solo noia, è necessario cercare, almeno, di ridurla; ad esempio nel caso di una stazione radio che trasmetta sulla parte  più alta della gamma O.M.: sarebbe molto difficile riuscire a sintonizzarsi su frequenze di 1300-1500 KHz. Per questo motivo, si sono cercati dei sistemi per ridurre la capacità distribuita, il più semplice è l’avvolgimento a fondo di paniere.Questo tipo di bobina, è stato molto usato dai radio-dilettanti nei tempi passati. Poi è stato scarsamente utilizzato perché le dimensioni sono notevoli e quindi l’ingombro era eccessivo per i normali ricevitori commerciali. Inoltre, poiché i diversi elementi dei radioricevitori sono sempre vicini nell’interno del telaio, sono molto facili gli accoppiamenti fra la bobina ed i rimanenti circuiti. Contro questi svantaggi vi è però il merito notevole di essere di facile costruzione e di fornire risultati ottimi con impiego di materiali semplici.

 

   

Costruzione:

1)  Per il supporto della bobina utilizzare un cartoncino robusto (presspan) o altro materiale isolante ( ad esempio plexiglass) delle dimensioni di 8 x 10 cm circa. Disegnare sopra di esso, usando un compasso oppure una punta acuminata qualsiasi, il tracciato di Fig. 1 A. Le divisioni radiali dovrebbero essere equidistanti, ma è tollerabile qualche imprecisione.

2)  Mediante un robusto paio di forbici, ritagliare il cartone secondo il disegno tracciato (Fig. 1 B) ed infine, con un punteruolo o con una punta da trapano da 1 mm, eseguire i fori indicati. Curare che le fessure radiali siano larghe circa 1-2 mm ( per il plexiglass utilizzare un seghetto per ferro).

3)   Iniziare l’avvolgimento infilando un filo di rame smaltato, diametro 0,5 mm, nel foro indicato e passando in seguito, attraverso la fessura, dall’altro lato del cartone ( Fig. 1 C). Per continuare l’avvolgimento è sufficiente infilare il conduttore attraverso ogni fessura, in modo da passare alternativamente davanti e dietro il supporto. Poiché le fessure sono in numero dispari, le spire successive non sono mai sovrapposte ma sempre alternate, quindi fra ogni filo parallelo vi è sempre una distanza sufficiente a ridurre moltissimo la capacità. Oltre a ciò le prime spire dell’avvolgimento sono molto lontane dalle ultime e quindi si ha un altro motivo di vantaggio. Avvolgere tante spire quante ne possono stare sul supporto (circa 15-16).

4)  Terminato l’avvolgimento infilare, attraverso i fori preparati, i capi del filo e, dopo aver raschiato l’isolante e stagnati per circa 1 cm, collegarli alla spina preparata precedentemente.

La bobina è così terminata. Può essere utile, per dare alla bobina maggior robustezza, e per evitare l’umidità, ricoprire il tutto con vernice alla gomma lacca o con del flatting.

Se il filo è ben teso o si è usato come supporto il plexiglass non è necessario, però, usare vernice.

 

 

luciano.loria@gmail.com

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