Un progetto di Luciano
Loria
Introduzione
La
costruzione in proprio di un provavalvole, ai giorni nostri, potrà
sembrare anacronistica ed inutile; però sono parecchie le persone
che, soffrendo d’insana passione per le vecchie radio a valvole,
sono sempre alla ricerca di strumenti adeguati per la riparazione,
il controllo e la messa
a punto dei loro gioielli;
e di provavalvole in giro non se ne trovano poi tanti.
Gli
strumenti che si trovano nei vari mercatini, anche se ben
conservati e funzionanti, normalmente sono privi d’istruzioni e
di tabelle di prova; con quelli antichissimi, pur corredati
d’istruzioni, non è possibile la prova delle valvole più
recenti (per la mancanza dei parametri di prova occorrenti).
Si
sta parlando, naturalmente, di provavalvole ad emissione; i
provavalvole a conduttanza mutua, ancor più introvabili perché
prodotti in numero nettamente inferiore a quelli ad emissione, non
hanno bisogno di tabelle o note di taratura, per la prova di un
tubo occorre solo conoscerne i parametri di funzionamento
rilevabili da qualunque manuale di caratteristiche.
I
provavalvole ad emissione, così come quello di cui si sta
trattando in quest’occasione, sono sempre provvisti di tabelle
di taratura per ogni valvola da provare; il produttore dello
strumento, per fornire tali tabelle all’utilizzatore, doveva,
necessariamente, procurarsi diversi tubi “nuovi”, di più case
costruttrici, provarli con l’apparecchio e stabilire, con una
media aritmetica fra i vari valori ottenuti, quali fossero le note
di taratura, per quel tipo di valvola, provato sullo strumento.
Oggi,
realizzare una cosa simile è impossibile, non essendo disponibili
tutte le valvole che occorrono ed in numero sufficiente per
garantire risultati certi.
Dunque,
abbandonare l’impresa?
Nient’affatto,
basta replicare lo schema di un provavalvole di cui sia
disponibile il manuale con le “tabelle di taratura”,
in questa maniera non occorre determinare, per ogni tubo da
provare, alcun parametro trovando tutto già riportato sulle
istruzioni a corredo dello strumento utilizzato come campione.
Fra
i tanti possibili schemi di provavalvole, che tutti si
assomigliano, la scelta è caduta, manco a dirlo, sullo strumento
della S.R.E. del corso radio anni “60/70”; è certamente lo
strumento più diffuso e conosciuto, ed è facilmente
riproducibile artigianalmente, le tabelle di taratura permettono
la prova di oltre 700 funzioni delle valvole radio-riceventi.
Come
si vedrà proseguendo nella descrizione, lo strumento, pur
essendo molto semplice, sarà utile per determinare con certezza
se un tubo ancora funziona, che non abbia elettrodi in corto circuito, che la
sua emissione (di catodo naturalmente) sia buona, sufficiente o
scarsa.
Il
provavalvole del corso radio SRE nella sua versione originale,
perché possa funzionare, occorre collegarlo al tester del
suddetto corso; quest’ultimo, infatti, ha sul quadrante una
scala dedicata all’uso con il provavalvole; la lancetta
spostandosi, durante la prova della valvola, indica se
l’emissione è scarsa, incerta, buona.
Per
rendere, invece, indipendente da altri strumenti il provavalvole
in questione, il microamperometro, con la scala dedicata, è stato
inserito direttamente sul pannello dello strumento.
L’unico
ostacolo alla realizzazione dell’apparecchio è dato dal
trasformatore d’alimentazione, questo deve fornire le varie
tensioni di filamento e le due
di prova anodiche; è chiaro che non si trova in commercio.
Per
la costruzione si rimanda al capitolo apposito:”Trasformatore
d’alimentazione”.
Tutti
gli altri elementi occorrenti sono facilmente reperibili presso i
normali negozi di ricambi per elettronica; naturalmente serve
anche: un minimo d’attrezzatura meccanica (trapano, punte,
lime); una certa abilità manuale; buona dose di fantasia; tanto
entusiasmo e volontà.
La
lista seguente riporta tutti i materiali occorrenti, i soli
zoccoli portavalvole andranno richiesti presso i pochi rivenditori
nazionali di surplus che ancora li trattano, vedere la pagina dei
link su questo sito.
Materiale
occorrente:
-
1
trasformatore alimentazione (vedi testo);
-
1
zoccolo Noval;
-
1
zoccolo Rimlock;
-
1
zoccolo Miniature;
-
1
zoccolo Octal;
-
1
zoccolo a Bicchiere;
-
1
microamperometro 100 uA f.s.;
-
1
boccola rossa diametro 4 m;
-
1
boccola nera diametro 4 mm;
-
1
deviatore a levetta on-off-on (per portate microamperometro);
-
1
led spia accensione;
-
1
porta-led da pannello;
-
1
interruttore a levetta;
-
1
commutatore 1 via-12 posizioni (volt/fil.);
-
1
commutatore 1 via-5 posizioni (utilizzare 2 vie-6
posizioni);
-
9
commutatori da 1 via-4 posizioni (utilizzare 3 vie- 4
posizioni);
-
3
manopole professionali con indice diametro 22 mm;
-
9
manopole professionali con indice diametro 15 mm;
-
1
potenziometro a filo 1000 ohm;
-
1
resistore 33
Kohm 1 W;
-
1
resistore 3,3 Kohm 2 W;
-
1
resistore 120 ohm
2 W;
-
2
resistori shunt per portate 1 mA e 10 mA ( valori da
calcolare);
-
1
diodo 1N4148 o 1N4150 o 1N4407;
-
1
cordone con spina 10 A per alimentazione rete;
-
alcuni
spezzoni di filo isolato per collegamenti (vari colori);
-
1
cavetto filo isolato 15 cm circa con banane 4 mm e pinzetta a
coccodrillo;
-
1
pannello frontale di alluminio o di materiale plastico rigido
dimensioni circa di cm 20x 30
(dimensioni
in base all’ingombro dei componenti da sistemare tutti sul
pannello);
-
1
contenitore di dimensioni adeguate al pannello (legno,
plastica, metallo);
-
alcune
viti, dadi e rondelle da 3 MA.
Gli
zoccoli portavalvola sono quelli più comuni in uso nelle vecchie
radio, altri zoccoli, ancora più antichi, sono completamente
irreperibili; perché sia, comunque, possibile la prova anche dei
tubi anni “20 e “30 (a quattro, cinque, sei e sette piedini)
sarà utile la costruzione di un apposito adattatore semplice ma
efficace: “Adattatore universale per Provavalvole”.
La
figura seguente riporta lo schema originale del Provavalvole
Elettra e nella successiva lo schema è ridisegnato quasi
identico, con le sole varianti relative all’inserzione del
microamperometro a tre portate; c’è ancora da dire che, per la
mancanza in commercio di un commutatore a 1 via e 14 posizioni,
due tensioni di filamento: 2,5 e 21 Volt sono mancanti.
L’inevitabile
scelta è caduta sulle due tensioni che, si prevede, non saranno
usate frequentemente, sono ben pochi i tubi, presenti sulle
tabelle di taratura, che abbisognano di tali tensioni
d’accensione e, infine, ognuno è pur sempre libero di decidere
di quali tensioni fare a meno.
Costruzione
In
possesso di tutto il materiale occorrente bisogna stabilire la
posizione d’ogni singolo elemento sul pannello frontale dello
strumento. Decisa
la posizione più idonea, bisognerà procedere alla foratura per
la sistemazione di: zoccoli; strumento; commutatori;
trasformatore; ecc.
Al
termine di questa lavorazione, avendo provato che ogni componente
alloggi comodamente nella propria sede, si procederà a
serigrafare “a mano” il pannello; con normali simboli
trasferibili e/o pennarelli indelebili tracciare e scrivere quanto
occorre; le foto, a corredo del presente articolo, vogliono solo
dare qualche indicazione di massima, ognuno potrà realizzare le
varie scritte come meglio vorrà (curare in maniera particolare la
graduazione relativa alla manopola di taratura da 0 a 100).
In
ogni caso, per la protezione delle scritte, occorrerà utilizzare
un sistema anti-graffio: sono utili le pellicole di plastica
trasparente auto-adesive o qualche mano di vernice trasparente,
che non ingiallisca poi col tempo.
Avendo,
così, preparato il pannello, bisogna fissare stabilmente tutti i
vari pezzi, gli alberini dei commutatori e del potenziometro
andranno accorciati nella giusta misura perché le manopole
possano ruotare senza sfregare sul pannello.
Completato
il montaggio meccanico si può passare alla filatura (o
cablaggio); pur potendo
iniziare il lavoro da qualunque punto, sarà bene andare
avanti per gradi e seguendo un certo ordine.
Si
può iniziare collegando tutti i piedini degli zoccoli, di uguale
numerazione, fra di loro: prima tutti i piedini n°1, poi i n° 2
e così via fino all’ultimo; si collegano poi con il terminale
centrale del commutatore corrispondente, P1 = piedino n° 1, P2 =
piedino n° 2, eccetera; sarà utile, ma non indispensabile,
utilizzare fili di colori diversi, uno per ogni piedino.
Ponticellare,
poi, tutte le posizioni A, dei commutatori P, fra di loro, tutte
le posizioni C fra di loro, tutte le posizioni D fra di loro e con
il terminale centrale del commutatore 1 via-12 posizioni del V/fil;
la sola posizione B (neutra) non sarà collegata da alcuna parte;
anche in questo caso utilizzare fili di colori diversi (esempio:
nero per posizione C, rosso per posizione A, verde per posizione
D).
Alla
posizione A corrisponde anche la boccola rossa (collegare) ed alla
posizione C corrisponde anche la boccola nera (collegare).
Procedere
con i fili provenienti dal secondario del trasformatore: il filo
corrispondente a 0 Volt si salderà nel punto più vicino
corrispondente alla posizione C; a partire dalla prima posizione
del commutatore V/fil., e procedendo in senso antiorario, saldare,
nell’ordine, i vari fili che corrispondono alle tensioni
d’accensione dei filamenti (prima 1,4 V, poi 4, 5, 6,3 eccetera
fino all’ultima posizione corrispondente a 48 V).
Un
filo, collegato su quest’ultima posizione (48 V) va saldato
sulla posizione T1 del commutatore di funzioni 1 via-5 posizioni;
fra i terminali D2 e I, del commutatore di funzioni, disporre il
diodo al silicio (1N4148 o 1N4150 o 1N4007) con il terminale di
catodo rivolto verso I (saldare solo il catodo); sul terminale D1
saldare un capo della resistenza da 3,3 Kohm; sul terminale D2
collegare un capo della resistenza da 33 Kohm ( effettuare la
saldatura che collegherà anche l’anodo del diodo).
I
due reofori liberi delle due resistenze andranno collegati assieme
sul terminale T2, dove farà capo anche il terminale finale
dell’avvolgimento del secondario del trasformatore (71 V).
Rimangono,
da effettuare, solo i collegamenti al potenziometro ed allo
strumento di misura;
il
capo centrale del commutatore di funzioni andrà collegato,
tramite la resistenza da 120 ohm, al terminale I (inizio) del
potenziometro; il terminale C (centrale) andrà saldato al più
vicino punto A; il terminale F (fine) si salderà al terminale
centrale del deviatore di portata ed al morsetto – (negativo)
del microamperometro.
Il
morsetto + (positivo) sarà collegato, con uno spezzone di filo
rosso, al terminale centrale del commutatore di funzioni; ancora,
al morsetto + fanno capo i due resistori di shunt per le portate 1
mA e 10 mA, il resistore di resistenza più alta farà capo alla
posizione 1 mA del deviatore, l’altro, di resistenza minore, sarà
saldato sulla posizione corrispondente a 10mA.
NOTA:
il
valore delle resistenze di shunt andrà calcolato in base al
valore di resistenza interna dello strumento adoperato, per la
portata 1 mA: R = Ri / 9; per 10 mA: R= Ri / 99, dove Ri è il
valore conosciuto o misurato della resistenza interna dello
strumento.
Come
ultime operazioni, per completare il montaggio dell’apparecchio,
non resta altro da fare che collegare il led spia ( può essere
verde o rosso come si preferisce) fra i 5 e i
9 Volt,
direttamente sul commutatore V/fil.
Qualcuno
obbietterà su tale soluzione perché il led, per funzionare, ha
bisogno di una minima tensione continua ed in questo caso risulta
collegato ad una tensione alternata; occorrerà ricordare che il
led è pur sempre un diodo e che, quindi, provvederà da se stesso
a rettificare la tensione e a dimezzarla in quanto una semionda,
della tensione alternata, verrà soppressa dall’azione
rettificatrice del led (che è pur sempre un diodo, per questo
motivo non ha nessuna importanza rispettare il senso
d’inserzione del led sul circuito).
Il
cordone di rete sarà, infine, collegato al primario del
trasformatore interponendo, su di un capo, l’interruttore
d’accensione.
A
questo punto, ultimato il montaggio, sarà bene ricontrollare
tutto punto per punto, verificare, montando al loro posto tutte le
manopole, che i commutatori stabiliscano i collegamenti voluti,
che ad ogni posizione della manopola V/fil. corrisponda,
effettivamente, il valore di tensione riportato sul pannello, che
non ci siano corto-circuiti, eccetera.
Infine,
alloggiare il pannello nel contenitore prescelto e fermarlo con
quattro viti agli angoli.
Uso
del provavalvole
Per
le necessarie istruzioni d’uso e le tabelle di taratura occorre
procurarsi una copia del libretto d’uso del provavalvole SRE.
Poiché
lo strumento è la copia identica dell’apparecchio suddetto,
basterà seguire le istruzioni e usare le tabelle, fornite per il
provavalvole Elettra, per ottenere utili e sicuri risultati dalle
prove sui vari tubi.
Per
chi fosse interessato, sono disponibili le copie, ben realizzate
in formato A4 o A5, del libretto d’uso del provavalvole con le
tabelle di prova per oltre 700 funzioni delle valvole riceventi,
dalle più vecchie alle più nuove.
Nella
foto a sinistra si può notare com’è stato modificato il
quadrante dello strumento: sotto la scala originaria sono stati
riportati i settori “esaurita”, “?”, “buona”,
sono le stesse indicazioni stampate sul quadrante del tester della
S.R.E.; nella foto a destra è rappresentato l’unico accessorio
occorrente per la prova dei tubi provvisti di cappuccio metallico
sulla sommità del bulbo, cappuccio generalmente collegato alla
griglia controllo o all’anodo della valvola.
Per
alloggiare degnamente lo strumento è stata utilizzata una scatola
di legno provvista di coperchio, maniglia, serrature e cerniere,
scatole simili si trovano già pronte nei negozi di bricolage o
cartolerie ben fornite.
|