Prima di attaccare la spina...
Alcuni suggerimenti su come evitare di peggiorare la situazione. Abbiamo appena acquistato un "nuovo" ricevitore antico, e non vediamo l'ora di provarlo. Funzionerà? Magari, ci diciamo, funziona. Abbiamo sbirciato dietro il pannello posteriore e ci è sembrato che il telaio sia abbastanza a posto: le valvole ci sono tutte, non si vedono fili staccati, non si vedono tracce di manomissioni. Il cavo di alimentazione è a posto, completo di spina. Insomma, la tentazione è forte. Dopo tutto, ci diciamo, che danno possiamo fare a provarlo per qualche istante?
Che danno possiamo fare?Il momento dell'accensione provoca sempre un certo stress, anche in apparecchiature nuove e perfettamente funzionanti. Se qualcosa si può guastare, è proprio quello il momento in cui cede. Figuriamoci in un apparecchio radio che è rimasto spento magari per trenta o quarant'anni. Ciò che può provocare danni sono le forti correnti e le tensioni elevate. Le prime, in presenza di falsi contatti, conduttori vecchi o cortocircuiti generano il surriscaldamento e la conseguente bruciatura di resistori e trasformatori; le seconde mettono a dura prova l'isolamento di condensatori e avvolgimenti. In entrambi i casi il rischio non è tanto quello della rottura di un componente, quanto dell'effetto a valanga che può derivarne. Facciamo un esempio. Gli elementi che soffrono più di tutti dalla mancanza di esercizio sono i condensatori elettrolitici dell'alimentazione anodica. Un condensatore elettrolitico deteriorato presenta una diminuzione della capacità accompagnata da un'eccessiva corrente di fuga. La corrente di fuga determina il riscaldamento del condensatore, a cui consegue un ulteriore deterioramento. In questo tempo, magari la radio apparentemente funziona, più o meno bene. Ma dopo pochi minuti di questo processo il condensatore può andare in cortocircuito, provocando un aumento vertiginoso della corrente anodica. Questa corrente attraversa la valvola raddrizzatrice e il trasformatore di alimentazione, che si surriscaldano e rischiano a loro volta di bruciarsi. A questo punto, il danno comincia ad assumere proporzioni ragguardevoli, specie se stiamo parlando di una radio veramente antica, per la quale la sostituzione del trasformatore o della raddrizzatrice possono costare parecchio! Spero che questo esempio possa servire a frenare l'entusiasmo e a indurre la necessaria, consapevole prudenza. Dopo tutto, bastano pochi, semplicissimi controlli per ridurre a limiti ragionevoli il pericolo di disastri. Il decalogo dell'uomo prudente
Se abbiamo seguito queste regole e siamo arrivati al punto 10 senza nessun problema serio, allora possiamo stare ragionevolmente tranquilli, e possiamo proseguire nei tentativi di far emettere voci e suoni dal nostro decrepito apparato: buona fortuna!
Torna alla Pagina della Tecnica |